Plastica in mare, in Grecia la prima scuola di pesca sostenibile che raccoglie e ricicla

Lefteris Arapakis è un giovane come tanti, cresciuto durante il crollo dell’economia greca al Pireo, il porto di Atene, in una famiglia di pescatori. La sua voglia “di fare qualcosa per aiutare” durante la crisi del suo paese gli è valsa il premio di European Young Champion of the Earth dell’UNEP. L’organizzazione che ha fondato nel 2016, Enaleia, è oggi un modello di impresa sostenibile che coinvolge oltre 1.300 pescatori e contribuisce a pulire il Mediterraneo dalla plastica, dimostrandoci che si può fare.

Per iniziare, ci racconti cosa ti ha spinto a fondare Enaleia?

Sono nato e cresciuto vicino al mare, da una famiglia di pescatori da cinque generazioni. Durante i miei studi ho lavorato part-time con mio padre, quindi nel 2016 conoscevo in prima persona la crisi economica che colpiva l’industria della pesca in Grecia. All’università avevo scelto di studiare economia e management, perché ero molto preoccupato per la crisi e volevo capire cosa stava succedendo, per cercare di aiutare.

L’idea di Enaleia è arrivata durante il culmine della crisi, quando si stabilirono i controlli sui capitali, la disoccupazione era al 29% e sentivo di dover fare qualcosa al riguardo. Un giorno, durante una discussione, mio padre mi disse che i pescatori volevano assumere personale per le loro barche ma non ne trovavano. Così, nel 2016, a 22 anni, decisi di fondare “Enaleia”, la prima scuola di pesca in Grecia per formare i disoccupati in pratiche di pesca sostenibile.

Come sei passato dal problema dell’occupazione alla raccolta della plastica?

Il pensiero di raccogliere e riciclare la plastica dai mari non mi era passato per la mente in quel momento. Voglio dire che avevo sentito parlare dell’inquinamento marino da plastica, ma è stato solo con la prima battuta di pesca che mi sono reso conto della portata del problema. È stato scioccante vedere i pescatori raccogliere insieme al pesce anche bottiglie di plastica, lattine di bibite, pneumatici e persino un frigorifero. E la loro soluzione era sempre la stessa. Rigettare i rifiuti in mare perché, mi dicevano, “la plastica non è un nostro problema”.

Ma dalle ricerche fatte sull’argomento ci siamo resi conto che lo è. Gli studi mostrano che entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci nel mare. Dunque non servirà a niente formare più pescatori professionisti se tra pochi anni non ci sarà più niente da pescare. Così è nato Mediterranean CleanUp, una impresa di pulizia su larga scala, che lavora con i pescatori in Grecia e in Italia per raccogliere migliaia di chili di plastica dal mare ogni settimana.

di Nicoletta Fascetti Leon

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