Il 2 agosto ricorre l’Earth Overshoot Day, una data cruciale per il pianeta o meglio, per noi che l’abitiamo (e deprediamo). Si tratta del giorno in cui la domanda dell’umanità di risorse e servizi ecologici in un anno supera ciò che la Terra può rigenerare nello stesso periodo. Questo significa che in soli 8 mesi abbiamo utilizzato una quantità di risorse pari a quelle che il pianeta è in grado di riprodurre in 12 mesi. Viviamo come se avessimo a disposizione 1,7 pianeti Terra consumando il paniere di beni che madre natura ci mette a disposizione con una voracità tale che la stessa non è in grado di rinnovarle alla stessa velocità.
Immaginate come se l’umanità disponesse di un budget annuale di risorse naturali. In questo lasso di tempo abbiamo a disposizione una certa quantità di acqua fresca, aria pulita, suolo fertile e pesce nei mari. Da oggi questo budget è finito e fino alla fine del 2023 vivremo in debito ecologico, attingendo alle risorse che avremmo dovuto utilizzare negli anni a venire.
La data, come ogni anno, è stata calcolata dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che monitora il consumo e la rigenerazione delle risorse del pianeta, proprio come in un estratto conto bancario. In questa edizione i calcoli sono stati effettuati secondo gli ultimi National Footprint and Biocapacity Accounts che prendono in considerazione le prestazioni dei Paesi fino al 2022, riducendo il ritardo di segnalazione di tre anni.
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Lo scorso anno il giorno del sovrasfruttamento è caduto il 28 luglio. Questo avanzamento di cinque giorni potrebbe sembrare una vittoria, ma in realtà non lo è. Infatti, i veri progressi ammontano a meno di un giorno. I restanti quattro giorni sono dovuti esclusivamente all’aggiornamento dei dati utilizzati nella nuova edizione dei conti. A ben vedere, negli ultimi cinque anni la tendenza dell’Overshoot si è appiattita (complice anche lo stop causato dalla pandemia).
Stabilire se ciò sia dovuto a un rallentamento economico o a sforzi intenzionali di decarbonizzazione è complesso. Tuttavia, è chiaro che l’avanzamento della data non è abbastanza rapida. Per raggiungere l’obiettivo dell’IPCC delle Nazioni Unite di ridurre le emissioni di carbonio del 43% a livello globale entro il 2030, dovremmo posticipare questo momento di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.
Il superamento ecologico è determinato principalmente da quattro fattori: quanto consumiamo, l’efficienza con cui vengono realizzati i prodotti, la crescita demografica e quanto gli ecosistemi della natura sono in grado di produrre. I dati del Global Footprint Network mostrano che sia la popolazione mondiale che i consumi medi pro-capite sono in costante aumento.
Popolazioni più grandi implicano che le risorse limitate devono essere divise tra un numero crescente di persone, aumentando la pressione sul pianeta. Se continueremo lungo l’attuale traiettoria di domanda in costante crescita, i dati delle Nazioni Unite indicano che entro il 2030 avremo bisogno della capacità di quasi due pianeti per soddisfare le nostre richieste. Questi livelli insostenibili di sovrasfruttamento delle risorse non potranno durare a lungo prima di compromettere il benessere di miliardi di persone. Verso cosa andiamo incontro?
Il superamento ecologico può essere sostenibile solo per un tempo limitato prima che gli ecosistemi inizino a degradarsi e rischino il collasso. Purtroppo, già ora assistiamo alla manifestazione delle conseguenze derivanti dal deficit ecologico in cui viviamo, che si manifestano – come riportato nel sito dedicato all’Overshoot Day – nell’erosione del suolo, nella desertificazione, nella ridotta produttività dei terreni coltivati, nella deforestazione, nella rapida estinzione delle specie, nel collasso della pesca e nell’aumento della concentrazione di carbonio nell’atmosfera.
Come evidenziato dal CEO del Global Footprint Network, Steven Tebbe, “il persistente superamento porta a sintomi sempre più evidenti, tra cui insolite ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni, con il rischio di compromettere la produzione alimentare. Ciò sottolinea l’interesse per le città, i paesi e le entità commerciali a promuovere la sicurezza delle proprie risorse se vogliono prosperare. Anche il mondo ne trarrebbe beneficio”.
Non tutto però è perduto. Abbiamo la possibilità di invertire la rotta iniziando a lavorare per tornare a vivere in armonia con il pianeta. Sulla piattaforma “Power of Possibility” dell’Overshoot Day vengono evidenziate una serie di tecnologie commerciali, strategie governative, politiche pubbliche e migliori pratiche in grado di contribuire al #MoveTheDate of Earth Overshoot.
Qui si legge che “prima aziende, città e paesi pianificano in anticipo e si preparano per il futuro prevedibile, maggiori sono le loro possibilità di prosperare”. Esistono numerose soluzioni già pronte per essere implementate su larga scala, come la diffusione delle energie rinnovabili, il potenziamento della mobilità sostenibile, l’economia circolare, la riduzione degli sprechi alimentari e idrici. Ognuno di noi può fare la differenza con gesti concreti nella vita quotidiana. L’importante è che governi, imprese e cittadini collaborino insieme per un futuro realmente sostenibile.
di Valeria Morelli
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