Presentazione del Rapporto 2020 sull’economia circolare in Italia, trasmesso in diretta streaming dal Presidente Circular Economy Network Edo Ronchiin collaborazione con ENEA.
In occasione della Conferenza Nazionale sull’Economia circolare, il Circular Economy Network ha presentato il Rapporto 2020, redatto in collaborazione con Enea.
“In questo momento di crisi non perdiamo di vista l’economia del futuro: decarbonizzata e circolare. In Italia ogni anno solo il 17,6% dei materiali usati proviene dal riciclo: abbiamo ancora tanta strada da fare. Il green new deal nell’ultima legge di bilancio è un primo tassello”. Questa l’apertura dell’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi, presidente del network e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che spiega come il passare dal modello lineare a quello circolare rappresenti una sfida epocale. “Nel mondo si sta verificando una crescita esponenziale dell’utilizzo di materiali, che risulta insostenibile per l’ambiente e l’economia. Dal 1970, se la popolazione mondiale è raddoppiata, il consumo di materiali è addirittura quadruplicato”.
In quest’ottica il recepimento delle nuove normative UE in merito diventa essenziale. Le linee guida prevedono l’incremento della sostenibilità a partire dai modelli produttivi e dalla responsabilità dei produttori. Molti sono i punti in esame: contrasto all’obsolescenza programmata, criteri minimi obbligatori in materia di appalti pubblici verdi, ottimizzazione dei sistemi di certificazione e reporting delle filiere sostenibili, linee guida condivise sulla gestione della batterie delle auto elettriche, modelli più efficienti di raccolta differenziata, bio economia e relativo impatto ambientale, riduzione dei rifiuti alimentari, unificazione europea sulle direttive di smaltimento dei telefoni cellulari e dei tablet e – non meno importante – ridefinizione delle norme relative ai rifiuti da imballaggio.
Ronchi evidenzia come l’economia circolare in Italia si attesti sopra la media europea, nonostante l’utilizzo di materiali riciclati sia ancora insoddisfacente. Una carenza sistemica spesso ostacolata da troppi oneri relativi all’attività di riciclo, che però potrebbero essere ridotti recependo correttamente le già citate direttive europee.
Il rapporto 2020 tratta anche il tema della bioeconomia, settore basato sulla sostenibilità delle risorse rinnovabili che – solo nel nostro Paese – fattura312 miliardi all’anno e occupa 1,9 milioni di persone, rappresentando il 19,5% del PIL. Numeri significativi che ne testimoniano l’importanza per il nostro futuro, a patto che sia rigenerativa e tendente all’azzeramento delle emissioni.
Durante la presentazione è intervenuto anche Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali di ENEA, che ha messo in risalto il trend negativo degli investimenti e dei finanziamenti nazionali nel settore dell’eco innovazione, al di sotto della media europea, che penalizza la green economy nel suo complesso: “Siamo inoltre ancora lontani dall’obiettivo “discarica zero” nonostante si vedano i primi segnali di miglioramento anche nel numero di brevetti per riciclo registrati”. Morabito suggerisce la dotazione di un’agenzia nazionale per l’economia circolare “Che coordini gli strumenti normativi, legislativi e fiscali a disposizione e misuri costantemente gli indici di circolarità, supportando l’informazione e la formazione dei cittadini sulle buone pratiche“.
Clicca qui per visionare la Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare, edizione 2020.
“In questo momento di crisi non perdiamo di vista l’economia del futuro: decarbonizzata e circolare. In Italia ogni anno solo il 17,6% dei materiali usati proviene dal riciclo: abbiamo ancora tanta strada da fare. Il green new deal nell’ultima legge di bilancio è un primo tassello”
“Nel mondo si sta verificando una crescita esponenziale dell’utilizzo di materiali, che risulta insostenibile per l’ambiente e l’economia. Dal 1970, se la popolazione mondiale è raddoppiata, il consumo di materiali è addirittura quadruplicato”
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