Meglio prevenire che curare. In un position paper del Laboratorio Ref Ricerche pubblicato stamattina (“Eco-design: meglio prevenire che curare”), Paolo Azzurro e Donato Berardi ci ricordano l’importanza dell’ecodesign per la riduzione degli impatti ambientali della produzione e del consumo e per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione dell’economi.
La Commissione Europea lo definisce come “l’integrazione sistematica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell’intero ciclo di vita” (Direttiva quadro sui rifiuti, 98/2008/CE).
Da un punto di vista concettuale, spiegano Azzurro e Berardi, l’eco-design risulta caratterizzato da tre aspetti centrali:
Meglio prevenire che curare, abbiamo detto. Nel 2014, con lo studio “Ecodesign your future – How ecodesign can help the environment by making products smarter”, la Commissione forniva un dato molto esplicito: “Fino all’80% dell’impatto ambientale dei prodotti è determinato nella fase di progettazione”. Una leggerezza o un errore quando si progetta un prodotto porta conseguenza negative che durano quando il prodotto stesso.
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Partendo da questa consapevolezza, il Green Deal Europeo e il Piano di Azione per l’economia circolare hanno previsto il lancio della “Sustainable product initiative”. Finora l’ecodesign, a livello legislativo, era confinato al tema dei consumi energetici: l’iniziativa punta invece ad estendere la progettazione ecocompatibile al di là dei prodotti connessi all’energia, “in modo che il quadro della progettazione ecocompatibile possa applicarsi alla più ampia gamma possibile di prodotti nel rispetto dei principi della circolarità”, chiariscono gli autori.
Obiettivo della Commissione è stabilire principi, regole e altre modalità per disciplinare aspetti quali la durabilità, la riutilizzabilità, la possibilità di upgrading e la riparabilità dei prodotti, la presenza di sostanze chimiche pericolose e l’efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse, il contenuto di materiale riciclato e la possibilità di rifabbricazione e di riciclaggio di elevata qualità. Contestualmente, l’iniziativa prefigura la messa a punto di strumenti di policy volti a limitare la diffusione dei prodotti monouso, contrastare il fenomeno dell’obsolescenza programmata, vietare la distruzione dei beni durevoli invenduti, promuovere la diffusione e il consolidamento dei modelli “PAAS”.
Vista la complessità dell0biettivo, la Commissione ha dato priorità ad alcune tipologie di prodotti, come l’elettronica, l’ICT e i tessili, i mobili e i prodotti intermedi ad elevato impatto, come l’acciaio, il cemento e le sostanze chimiche.
Il 30 marzo 2022 la Commissione Europea, in attuazione del Piano di Azione per l’economia circolare, ha licenziato un pacchetto di proposte finalizzate a garantire che “tutti” i prodotti immessi sul mercato europeo siano progettati secondo i principi dell’eco-design, coerenti con i principi dell’economia circolare ed efficienti sotto il profilo delle risorse:
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di Redazione EconomiaCircolare.com
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