Bucato e risparmio energetico: i consigli per pesare meno in bolletta e sull’ambiente

In questo periodo di instabilità economica e aumento esponenziale dei prezzi dell’energia e del gas è importante cercare di limitare quanto più possibile i consumi in casa. Tra le attività più energivore all’interno dell’ambiente domestico vi sono tutte quelle legate ai cosiddetti “panni”. Dal lavaggio alla stiratura di vestiti, biancheria o altri tessuti da arredamento (strofinacci, copridivani, tende e così via), ecco una piccola guida per ridurre i nostri consumi sia in base alle scelte che facciamo sia con i comportamenti che decidiamo di mettere in atto.

I consigli di seguito riportati fanno riferimento a casi generali e non valgono per tutti i tipi di tessuti. Leggete sempre l’etichetta del capo che andrete a lavare per sapere se e come può essere lavato, stirato e asciugato.

Quanto consumano gli elettrodomestici dedicati al bucato

Di questi tempi è necessario prestare sempre più attenzione agli elettrodomestici che usiamo, a come li usiamo e quando. Una delle prime cose che possiamo fare per ridurre i consumi è quella di preferire l’acquisto di elettrodomestici di una classe energetica alta e, ove questo non sia possibile o la sostituzione non sia indispensabile, bisogna cercare di ottimizzare e usare in modo ancor più ponderato quelli che consumano maggiormente. Secondo la classifica degli elettrodomestici più energivori elaborata da Selectra, quelli dedicati al bucato occupano le posizioni 6, 7 e 11 della lista e sono, nell’ordine: l’asciugatrice, che ha un consumo orario medio di 1,2 kWh, il ferro da stiro, il cui consumo scende a 1 kWh, e la lavatrice che, pur essendo poco energivora (0,3 kWh), è un elettrodomestico spesso indispensabile e di uso quasi quotidiano che avrà, quindi, un peso non indifferente nella nostra bolletta se non scelta e utilizzata con la giusta attenzione. Nei paragrafi successivi troverete alcuni consigli dedicati proprio a questo.

Perché a volte laviamo i vestiti più spesso del dovuto e come evitarlo

Fermo restando che le lavatrici di nuova generazione sono, quasi tutte, progettate per consumare meno, lavare bene anche a basse temperature e utilizzare meno acqua – tutti dettagli che rendono più efficiente il nostro bucato – è possibile mettere in atto alcune buone pratiche per ridurne l’uso nel corso delle settimane.

Da uno studio congiunto tra il Center for Consumer Society Research dell’Università di Helsinki e l’Institute of Sociological Research dell’Università di Ginevra, incentrato soprattutto sull’uso più consapevole dell’energia, si evince come nella frequenza del lavaggio dei vestiti siamo influenzati dalla società e da fattori psicologici più che pratici. Per provare ciò, nell’autunno del 2018, i ricercatori hanno seguito 73 famiglie finlandesi e svizzere per quattro settimane istruendole su come poter diminuire l’utilizzo della lavatrice e del beneficio ambientale che ne sarebbe derivato. Ad esempio hanno lasciato, dopo ogni utilizzo, i vestiti all’aria aperta per togliere gli odori, in caso di piccole macchie le hanno pulite a mano, non lavando nuovamente tutto il capo, oppure hanno indossato un grembiule per effettuare le pulizie di casa o per cucinare, per evitare di sporcare i vestiti utilizzati nel quotidiano e permetterne un maggior utilizzo. Il risultato di questi piccoli accorgimenti ha fatto sì che le famiglie, al termine delle 4 settimane di test, abbiano fatto ricorso alla lavatrice, in media, solo 1,3 volte a settimana, contro le 3,7 volte dei finlandesi e le 2,9 volte degli svizzeri utilizzate, in media, prima del test.

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Quanto costa utilizzare il ferro da stiro e come limitarne l’uso

Stirare, oltre ad essere una tra le pratiche spesso meno piacevoli e che richiedono più tempo da dedicare, incide anche molto sulle nostre bollette. Come anticipato, secondo le stime di Selectra, un ferro da stiro richiede in media 1 kWh per funzionare, che, basandosi sulle tariffe del mercato libero dello scorso luglio (periodo in cui è stato effettuato lo studio), ci verrebbe a costare circa 0,45 euro all’ora. Il calcolo del costo ipotetico in bolletta risulta quindi facile: se ogni volta che attacchiamo il ferro da stiro impieghiamo più o meno 2 ore, vuol dire che ogni uso ci peserà in bolletta circa 1 euro. Questo vuol dire che se usiamo il ferro da stiro una volta a settimana, questo avrà un costo di minimo 52 euro all’anno, ovviamente, maggiore sarà l’utilizzo di questo elettrodomestico e maggiore sarà il costo finale in bolletta.

Limitarne o ridurne il tempo di utilizzo è, per fortuna, possibile e, a volte, anche molto facile, a partire da come stendiamo i panni. La prima cosa a cui possiamo provvedere è quella di sbattere bene i panni prima di metterli sullo stendino, con particolare attenzione per quelli che, una volta usciti dal lavaggio, hanno più pieghe da “stirare”. Altro accorgimento è quello di stendere i panni all’ombra, evitando la luce solare diretta che tende a seccarli e renderli anche più difficili da stirare, ove lo richiedessero. Attenzione anche a quali mollette usiamo, oggi ne esistono numerose tipologie con gommini che quasi non lasciano segni visibili (sì, parliamo di quelli antiestetici e quasi impossibili da eliminare in fase di stiratura), e dove le posizioniamo nello stendere il nostro capo. Anche ritirarli senza lasciarli stesi oltre il tempo necessario, stirarli con le mani e piegarli correttamente non appena ritirati, permetterà spesso di evitare in toto l’utilizzo del ferro.

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di Ludovica Nati

 

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