Economia circolare e mercati delle materie prime seconde. Studio dell’Agenzia europea dell’ambiente

L’economia circolare non può fare a meno di mercati delle materie prime ben funzionanti ed efficaci. La relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) “Investigating Europe′s secondary raw material markets” (Indagine sui mercati europei delle materie prime secondarie) presenta una serie di criteri per analizzare il funzionamento dei mercati delle materie prime secondarie e riciclate. E un’analisi , non molto rassicurante, sugli attuali mercati delle materie prime da riciclo.

Le caratteristiche di un mercato ben funzionante

Secondo l’AEA, un mercato secondario ben funzionante ha:

– una quota significativa del mercato totale per quello specifico materiale materiale (il vetro riciclato, ad esempio, pesa sufficientemente nel mercato complessivo del veto);

– prezzi che riflettono adeguatamente le interazioni domanda-offerta;

– un ambito internazionale (o quantomeno ampio) di transazioni;

– un adeguato valore economico, anche senza il supporto della politica dei rifiuti;

– solida capacità industriale di riciclaggio;

– buona disponibilità di informazioni di mercato;

– buona standardizzazione dei prodotti.

L’Agenzia europea per l’ambiente ha sottoposto a valutazione otto mercati europei di materiali secondari (alluminio, carta, vetro, legno, plastica, rifiuti organici, rifiuti da costruzione e demolizione, tessuti). La conclusione è che solo tre di essi – alluminio, carta e vetro – funzionano bene. “Questi mercati forniscono informazioni credibili e continue alle parti interessate, sono internazionali e aperti e i materiali riciclati hanno una quota di mercato significativa rispetto ai materiali primari”, osserva il rapporto.

Quanto ai mercati che non funzionano bene, i loro problemi principali sono le dimensioni ridotte rispetto alle materie prime vergini; la domanda debole e la mancanza di specifiche comuni, che riduce la qualità dei materiali per uso industriale.

“Nonostante la forte spinta politica ad aumentare il riciclaggio e la costante fornitura di riciclati che ne è derivata, il lato dell’offerta dei mercati degli specifici materiali riciclati è a rischio”, afferma l’Agezia. I problemi principali segnalati sono l’insufficienza di specifiche tecniche, come quelle previste nei criteri di fine vita dei rifiuti (end of waste) e la presenza di sostanze pericolose nei materiali riciclati.

Il lato della domanda, d’altra parte, aggiunge l’AEA, “è caratterizzato da una mancanza di fiducia nei confronti delle materie prime seconde”.

Vediamo allora più nel dettaglio, anche attraverso alcuni indicatori, alcuni dei mercati delle materie prime seconde (Second Raw Materials) analizzati dallAgenzia.

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Alluminio

Oggi, circa il 20% della domanda globale di alluminio è coperto da rottami. Il riciclo dell’alluminio copre il 36% dell’offerta europea. Stando alle stime, si prevede un aumento del 40% della domanda da qui al 2050, soprattutto per il suo utilizzo nelle auto elettriche. Per questo sarà necessario, sottolinea l’AEA, raggiungere percentuali di riciclo più elevate. Nel rapporto si stima anche che la metà della crescita della domanda della domanda potrebbe essere coperta dal riciclo. Questo anche grazie al fatto che i mercati dell’alluminio secondario, secondo l’Agenzia, corrispondono all’idea di mercati ben funzionanti e maturi: le quantità di alluminio a fine vita riciclate sono già significative; i tassi di riciclo dell’alluminio sono tra i più alti rispetto a quelli di altri materiali (in Europa sono superiori al 90% nei settori automobilistico ed edilizio e al 75% per le lattine).

Carta e cartone

Nel 2018, i 27 Stati membri dell’UE (UE-27) hanno prodotto 42,9 milioni di tonnellate di rifiuti di carta e cartone (Eurostat). La maggior parte (74%) di questi rifiuti era costituita da rifiuti di imballaggio. Nell’attuale produzione di prodotti cartacei, quasi il 50% delle materie prime consumate sono da riciclo. Il commercio dei rifiuti di carta e cartone è un’attività importante e stabile in Europa. Di tutti i rifiuti di carta e cartone generati nell’UE-27, il 24% viene esportato in Paesi terzi, il 38% viene commercializzato tra gli Stati membri dell’UE e il restante 38% viene trattato a livello nazionale. “Ciò significa – sottolinea l’AEA – che il mercato dei rifiuti di carta e cartone è piuttosto significativo e aperto”.

Vetro

Nel 2019, l’UE-27 ha prodotto 16,4 milioni di tonnellate di rifiuti di vetro: 37 kg pro capite. Di questa quantità, 32,5 kg pro capite erano rifiuti di imballaggio. Nel 2019 (ultimo anno disponibile), in Europa il 76% del vetro da imballaggio è stato riciclato. “Il mercato dei rottami di vetro ha in qualche modo il potenziale per essere un mercato ben funzionante o maturo”, affermano i ricercatori dell’Agenzia europea per l’ambiente. Se i due fattori critici relativi alla funzionalità del mercato dei materiali secondari sono le dimensioni del mercato e la qualità dei materiali, “il vetro ottiene buoni risultati in entrambi i casi. La maggior parte del vetro recuperato viene utilizzato per produrre nuovi imballaggi in vetro, e sono in vigore un sistema di gestione della qualità per le materie prime da ricicli, e criteri EoW per il rottame di vetro”.

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di Redazione EconomiaCircolare.com

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