Gli attivisti per il clima alla preCop: chi sono e che cosa chiedono

Nelle giornate della preCOP di Milano si è parlato molto dei “giovani” per il clima. Sui principali quotidiani li hanno definiti “giovani ambientalisti”, “ragazzi” e talvolta “attivisti”: li si è spesso ritratti come una massa informe, e talvolta si è fatta confusione tra le giovani e i giovani delegati presenti nel palazzo della pre-Cop26 e quelli che protestavano all’esterno.

In effetti, l’intreccio delle diverse anime del mondo dei “giovani ambientalisti”, è complesso e variegato. Sicuramente i giovani dentro i palazzi della preCop erano molto diversi da quelli all’esterno che in questi giorni hanno protestato nelle strade di Milano, con cortei, manifestazioni, blocchi stradali e sit-in.

Nelle sale di vetro del MiCo (il Milano convention center) c’era il mondo ambientalista, i comitati, le associazioni, i movimenti studenteschi e tanti collettivi che sono stati di fatto ignorati dai governi e dai media mainstream. Molti “giovani”, ma non solo, accomunati dalle lotte al fianco dei territori.

Nel palazzo

All’interno del palazzo si trovavano i 400 delegati dello Youth4Climate, i giovani selezionati dall’Onu e dal governo italiano per produrre un documento da portare alla Conferenza per il clima di Glasgow. Tra loro profili estremamente diversi: dall’influencer, all’imprenditore, allo specialista del marketing neolaureato.

Questa compagine “ufficiale”, pensata per lavorare e fare proposte senza produrre strappi, ha però evidenziato fin da subito una spaccatura al sui interno. Durante i tavoli di discussione sui temi più svariati – dal cibo alla moda all’arte – parte dei delegati ha preteso un tavolo sull’energia fossile svolgendo una discussione non autorizzata sul tema.

La leader di Fridays for future Greta Thunberg e l’attivista ugandese Vanessa Nakate hanno saputo inserirsi in questa frattura e durante la plenaria dello Youth4Climate dello scorso 29 settembre hanno suggerito di non piegarsi alla logica dei “blablabla” e del greenwashing. I delegati hanno risposto con applausi fragorosi.

Il secondo giorno le cose non sono andate meglio. L’intento di organizzare un gruppo di rispettabili giovani da presentare alla preCop è fallito di nuovo: una delegazione internazionale che si trovava al MiCo, il Milano convention center, ha iniziato a intonare cori contro il greenwashing ed è stata gentilmente scortata fuori dall’edificio. Greta Thunberg, che nel frattempo era in prefettura per incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi, li ha raggiunti e in solidarietà con i “delegati ribelli” si è rifiutata di parlare con i giornalisti.

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di Madi Ferrucci

 

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