“Per noi non esiste economia circolare senza giustizia sociale: non si può affrontare il tema della rigenerazione dei personal computer, ad esempio, senza considerare chi non possiede gli strumenti informatici né la necessaria cultura per maneggiarli davvero”. Ha le idee chiare, Fabio D’Alessandro. E a queste, da più di tre anni, accompagna l’azione. Lo fa attraverso Officina Informatica, che nella propria pagina si descrive come “un collettivo che si occupa di economia circolare, cybersecurity, nuove tecnologie, privacy e lotta all’obsolescenza programmata”.
Da più di un anno il coronavirus ha reso personal computer e smartphone beni primari. Se da una parte l’auspicato abbassamento dei prezzi non c’è stato, dall’altra continuiamo a sprecare, e a buttare, ciò che per altri sarebbe fondamentale. Le nostre case, infatti, sono zeppe di pc non utilizzati o di cellulari ancora nuovi con magari soltanto lo schermo danneggiato.
Mentre a fatica aziende, ong e governi provano a convincere le persone della bontà del riciclo dei Raee, c’è un passaggio ulteriore che si può fare. Gratuito e antichissimo e circolare nel vero senso della parola: il dono. È questo il punto di punto di partenza di Officina Informatica: raccogliere i pc inutilizzati, rigenerarli per poi regalarli.
Il collettivo nasce a Padova all’interno di uno spazio occupato e opera, in maniera informale e solidale, dal 2018. Oltre al nucleo ristretto di sei persone, che sono coloro che portano avanti le principali attività, vanta una vasta rete di collaboratori. Ciò ha permesso a Officina Informatica di rigenerare, in una sola città, ben 216 personal computer.
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“Abbiamo cominciato facendo interventi per gli associati di un gruppo d’acquisto solidale di Padova – racconta D’Alessandro – Gli interventi riguardavano principalmente il software. Man mano però abbiamo compreso che c’era un problema legato all’approvvigionamento vero e proprio di computer da parte delle persone che non se lo potevano permettere. Ecco perché abbiamo cominciato, dapprima rivolgendo agli associati del gas e poi all’intera cittadinanza, a recuperare pc inutilizzati per poi sistemarli, installando sistemi operativi open source come linux, e donarli a chi ne ha bisogno”.
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Capitale sociale euro 15.000