Il fungo che mangia la plastica

Un tipo di fungo potrebbe aiutare a combattere il crescente problema dei rifiuti di plastica, aiutando a costruire un pianeta più sostenibile.

La gestione e l’eliminazione dei rifiuti di plastica sono tra le maggiori sfide che dobbiamo affrontare per salvare il nostro pianeta. Secondo le stime, entro il 2050 negli oceani potrebbe esserci più plastica che pesci e ogni nuovo lotto di rifiuti aggrava il problema. La plastica è nota per la sua longevità e resistenza, ma anche per il suo impatto negativo nell’ecosistema.

I funghi potrebbero essere una possibile soluzione al problema, anche se queste creature non godono di buona fama (per la loro natura che le associa alla putrefazione e al decadimento) questi organismi hanno un enorme valore economico, per esempio vengono impiegati per produrre molti cibi, vino e birra e, inoltre, vengono utilizzati in campo medico e ambientale.

È stato scoperto nella foresta pluviale amazzonica una specie di fungo in grado di “attaccare” il poliuretano, stiamo parlando del Pestalotiopsis Microspora. Questo fungo svolge un lavoro straordinario ed è, infatti, in grado di “mangiare” il poliuretano, materiale molto resistente e utilizzato su larga scala nei cicli industriali.

In pratica il Pestalotiopsis consuma il poliuretano e lo converte in materia organica. Il suo lavoro di “pulitore naturale” può essere svolto anche in ambienti anaerobici, dunque, senza ossigeno. Questa caratteristica, lo rende un candidato perfetto per ripulire le discariche dando un aiuto fondamentale a ridurre più velocemente gli inquinanti materiali in plastica.

Se il tasso naturale di decomposizione del poliuretano può essere ridotto da anni a pochi mesi, questi funghi potrebbero presto rivoluzionare il mondo del riciclo dei rifiuti.

Gli scienziati sono molto ottimisti e ritengono che queste straordinarie abilità del Pestalotiopsis Microspora potrebbero essere utili per il trattamento dei rifiuti di plastica anche in ambito domestico, fornendo ad esempio kit di riciclo a domicilio e dotando i centri di riciclaggio comunali con sistemi di funghi integrati.

L’elenco dei vantaggi non si ferma qui: gli scienziati confermano che questi funghi possono aiutare non solo nel trattamento della plastica, ma anche nella produzione di arredi e di materiali da costruzione. Ulteriori vantaggi includono la capacità di rimuovere gli inquinanti dal suolo e di consentire la conversione dei rifiuti in biocarburanti. Queste incredibili abilità dei funghi danno agli scienziati, al settore dell’architettura e del design un modo per guardare con occhio fiducioso un futuro fatto di sostenibilità.

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