Già nel 1999 Tyler Durden, protagonista del film “Fight Club” impersonato da Brad Pitt, l’aveva detto: “le cose che possiedi alla fine ti possiedono“. Nei Paesi occidentali i cosiddetti tempi moderni sono caratterizzati da un elemento comune: la quantità smisurata di oggetti che la gran parte di noi possiede in casa. Fondamentalmente noi tutti – chi più chi meno – siamo degli accumulatori seriali!
Nella vita, però, arrivano dei momenti nei quali il vaso si colma e ci troviamo nella necessità, fisica o emotiva, di disfarci di ogni tipo di bene: libri, mobili, oggettistica varia e vestiti. Specularmente a chi non è mai capitato di aver bisogno di arredare una casa o, più semplicemente, di un particolare mobile, di un libro, di un accessorio senza voler o poter spendere?
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In questi casi ci possono venir incontro negozi – fisici e online – di oggetti nuovi o usati, scambi con amici e parenti, le app di compravendita tra privati, ma anche… alcuni gruppi web social – in particolar modo su facebook – il cui nome, più o meno, inizia sempre con “Te lo regalo, se vieni a prenderlo …” con l’aggiunta del nome della città, del quartiere o della regione dove si organizzano gli scambi.
Queste community – delle quali vi abbiamo raccontato in varie occasioni – offrono la possibilità di arredare o svuotare la propria casa a costo zero, promuovendo al contempo la riduzione degli sprechi, il riutilizzo di oggetti ancora funzionali e potendo, in molti casi, aiutare chi è in difficoltà o supportare chi crede nel cambiamento culturale e in uno stile di vita circolare.
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In una società fortemente consumistica quale è la nostra, è prassi ormai consolidata quella di disfarsi di oggetti ancora in buono stato con l’obiettivo di liberarsene quanto prima (e possibilmente senza costi). Parallelamente tante persone cercano di ottenere gratuitamente un bene. Le motivazioni sono diverse: un oggetto può soddisfare piccole necessità personali, altri oggetti raccolgono l’interesse dei collezionisti mentre altri, ricondizionati o riparati, possono essere addirittura rivenduti.
Attraverso il web, i bisogni di chi vuol far spazio finiscono per incontrarsi con quelli che cercano particolari beni e, in un colpo solo, si riesce a risolvere due problemi. L’indubbio successo di queste forme di scambio testimonia una domanda, nei cittadini, di alternative sostenibili e solidali al consumo tradizionale di beni che premino un modello di cultura dell’uso rispetto a quella del possesso.
Certo, non tutte le persone sono “digitali” e, quindi, non riescono a partecipare a questi scambi on-line evitando di incappare in potenziali truffe. Per questo una maggiore chiarezza sul funzionamento di alcuni dei gruppi esistenti può aiutare a sentirsi più a proprio agio nel proporre o cercare di ottenere oggetti (senza rischiare di essere bannati per comportamento scorretto).
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