Sabato 26 marzo si celebrerà, come ogni anno dal 2007, l’Earth Hour Si tratta di un’iniziativa organizzata e promossa da WWF, che prevede lo spegnimento delle luci artificiali per un’ora nel giorno prestabilito.

L’evento, giunto quest’anno alla sua 15esima edizione, si è evoluto rispetto al semplice atto dello spegnere le luci per configurarsi – negli anni -come un grande catalizzatore di impatto ambientale capace anche di produrre cambiamenti significativi in ambito legislativo.

Nata inizialmente per sensibilizzare i cittadini riguardo la tematica della crisi climatica, oggi si pone anche lo scopo di richiamare l’attenzione sulla perdita di biodiversità, il cui tasso globale ha visto una crescita esponenziale negli ultimi cinque anni.

L’anno passato l’Earth Hour si è dovuta scontrare con le restrizioni dovute dalla pandemia, e si è svolta in maniera digitale in 192 tra Paesi e territori aderenti. #EarthHour e gli altri hashtag ad esso correlati sono rientrati nei topic di tendenza in 42 paesi su Twitter e dal solo social TikTok sono state registrate ben 1,2 miliardi di visualizzazioni dei video partecipanti all’iniziativa. Restando in tema di visualizzazioni il video Virtual Spotlight, che mette in evidenza il legame tra la perdita della natura e le pandemie, ne ha ottenute 2,4 milioni in meno di meno di 24 ore.

Queste alcune delle iniziative che si sono svolte in giro per il mondo nell’edizione 2021:

• in Uganda si sono realizzate collaborazioni con scout, organizzazioni sociali e agenzie governative per spingere ad un divieto totale della plastica monouso;
• in Malesia è stata organizzata una corsa virtuale di 10km, il cui ricavato è stato devoluto per finanziare progetti su natura, fauna selvatica e foreste;

a Singapore è stata promossa una campagna digitale per mobilitare le persone a creare piani personali a emissioni zero e riducendo in questo modo la propria impronta carbonica.

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