L’Inquinamento da plastica: soluzione storica da parte dell’ONU

Siamo di fronte a una “risoluzione storica” lo scorso 2 marzo – infatti -si è svolta a Nairobi, Kenya, l’Assemblea ONU per l’ambiente (UNEA-5), che si è conclusa con un impegno da parte dei 175 Stati partecipanti a trovare soluzioni definitive sull’inquinamento dei rifiuti derivanti dalle plastiche. ”

Questi i punti cardine dell’intesa:

  • istituzione di un comitato intergovernativo che, dal 2022 sino al 2024, lavorerà, attraverso commissioni create ad hoc, alla stesura di un trattato giuridico vincolante per gli stati partecipanti all’assemblea; il contenuto del trattato farà riferimento a tutto il ciclo di vita dei prodotti di plastica, non solo per quanto riguarda lo smaltimento, ma anche le fasi di progettazione e produzione; impegno degli Stati aderenti a mettere in pratica alcune operazioni per la ridurre il consumo della plastica prima del 2024.

Si tratta, pertanto, di un’intesa che ha un’importanza di assoluto rilievo (pari all’Accordo di Parigi), confermato anche dalle parole di Espen Barth Eide, Ministro per il Clima e l’Ambiente della Norvegia: “L’inquinamento da plastica è diventato un’epidemia, e con la risoluzione di oggi siamo ufficialmente sulla buona strada per trovare una cura”.

Infatti, se è vero che nell’ultimo ventennio il numero dei rifiuti di plastica è raddoppiato, è, altrettanto vero, che dei 353 milioni di tonnellate prodotte, solo una piccola frazione di tali rifiuti viene riciclata (circa il 9%).

 

Inoltre, secondo i dati del rapporto Global Plastic Outlook redatto dall’Ocse, la produzione di plastica è passata da 234 milioni di tonnellate del 2000 alle 460 milioni del 2019.  Il documento ci fornisce una fotografia completa di quanto l’economia globale sia lontana dal rendere le plastiche materie davvero circolari. Sono, infatti, necessari miglioramenti in più ambiti: in termini di riutilizzo, riduzione della produzione, efficienza di raccolta e qualità di riciclo.

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