Bioedilizia, una casa realizzata in cento diversi biomateriali alla Dutch Design Week

Costruire con cento diversi materiali bio-derivati per dimostrare che è possibile farlo, e che questi materiali sono pronti per essere utilizzati anche per le normali abitazioni. È con questi intenti che è nata The Exploded View Beyond Building, un’installazione di una casa a dimensione reale interamente realizzata in biomateriali e con tecniche di edilizia circolare, esposta alla Dutch Design Week a Eindhoven.

I fortunati che hanno potuto visitare l’evento più importante di design in Nord Europa, conclusosi lo scorso 24 ottobre, hanno dunque avuto anche la possibilità di entrare in quella che potrebbe essere la casa del futuro, in cui vivere davvero in armonia con l’ambiente, a partire dai materiali e dai metodi di costruzione dell’edificio stesso.

Il progetto dello studio di ecodesign Biobased Creations vuole mostrare come gli edifici, e in particolare le abitazioni realizzate in materiali bio-derivati possano portare ad un cambiamento di sistema, andando a incidere positivamente su settori come la salute e l’agricoltura, ma anche ridisegnando i quartieri del futuro.

L’esposizione rappresenta per gli ideatori una piccola parte di quella che potrebbe essere un’alternativa agli attuali metodi di costruzione che inquinano e depauperano le risorse del Pianeta, nonché una scelta più sana per le persone e per l’ambiente. L’intento è quello di dimostrare che è già possibile fare molto in termini di bioedilizia, e attuarlo è semplice e conveniente anche dal punto di vista economico.

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I cento biomateriali

Ad eccezione delle viti per fissare, del vetro delle finestre e di qualche altro elemento funzionale, l’edificio è completamente realizzato in biomateriali, cioè cento differenti materiali a base vegetale o naturali come ad esempio legno, funghi, alghe, paglia e fibre vegetali oltre a terra e residui fognari; tutti già disponibili o che saranno presto messi in commercio.

Sono realizzate in biomateriale non solo le superfici esterne e interne, quindi muri, pavimenti e soffitti, ma anche il mobilio e l’arredamento interno, come la biancheria da letto e le stoviglie.

Gli ambienti sono divisi in diverse categorie in base alle caratteristiche dei materiali. In cucina, ad esempio, sono presenti materiali ricavati da cibo e piante, come un servizio di piatti fatti con guscio d’uova e bicchieri realizzati con alghe da una stampante 3D e un soffitto letteralmente di fiori. Nel bagno, invece, i materiali provengono da rifiuti, come le mattonelle realizzate da residui di acque reflue e una toilette compostante circondata da un muro fatto da detriti fognari, sempre con la tecnica della stampa 3D.

La casa ha ben sei differenti tipi di tetto, inclusi due tipi di tetto ricoperto da vegetazione ed uno pavimentato che assorbe l’acqua piovana. Un paio di elementi, come detto in precedenza, non sono in materiale bio-derivati ma hanno un loro perché: una parete in calcestruzzo è accostata a un’altra parete in lava completamente ricoperta di vegetazione, un modo per aiutare la natura anche laddove si deve o si vuole costruire con materiali non sostenibili, che naturalmente non scompariranno dall’oggi al domani. Vi è, inoltre, una parete in acciaio inossidabile che immagazzina ogni goccia di acqua piovana proveniente dal tetto per poi essere utilizzata per il giardino nei periodi di siccità o filtrata per essere addirittura bevuta.

Ma gli elementi in mostra in grado di destare stupore e curiosità sono tanti: dai pannelli acustici realizzati con bioplastiche al letto fatto in gomma naturale e lino, dai pavimenti esterni realizzati in fango prelavato dalla pulizia dei fiumi locali a un sistema di filtraggio dell’aria che integra piante e gusci di noci, da una parete in iuta o in canne palustri, a una parte di un muro realizzata con lino colorato con rifiuti dell’industria dei metalli.

Interessante è poi l’uso oltre che del legno riciclato, del legno bruciato: una tecnica che prevede di bruciare superficialmente i pannelli di rivestimento in legno, trasformandoli in una superficie completamente sigillata che elimina quasi completamente ogni tipo di manutenzione o riparazione. Quella che poi potrebbe rappresentare una vera innovazione è una parete in calcestruzzo proveniente da batteri in grado di cristallizzare le parti sabbiose, al posto del cemento.

Un altro curioso materiale è il micelio, l’apparato radicale vegetativo dei funghi, qui usato per mattonelle, una parete di isolamento, un pavimento, un tavolo creato con una stampante 3D e una lampada. Si tratta di un materiale leggero, resistente all’acqua, ignifugo e di un isolante acustico, che, terminato il suo ciclo di vita, può essere utilizzato come fertilizzante.

Lucas De Man e Pascal Leboucq, designer di Biobased Creation e ideatori dell’esposizione, hanno già familiarità con il micelio, dopo aver lavorato ad un’altra innovativa installazione, The Growing Pavilion, presentata alla Dutch Design Week nel 2019: un padiglione costituito da pannelli cresciuti dal micelio dei funghi supportati da una struttura lignea.

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di Silvia Santucci

 

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