2020: un anno impegnativo per l’ambiente

Ogni inizio porta con sé nuove speranze e nuove energie per affrontare il futuro. Le sfide che l’Europa si vede ad affrontare nei prossimi anni riguardano la tutela del pianeta, in varie forme: da un approccio circolare dell’economia a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, dalla valorizzazione dei rifiuti come risorse a una sostenibilità diffusa. Ma finora come ci siamo comportati nei confronti dell’ambiente?

Secondo il SOER 2020, la più completa valutazione ambientale effettuata in Europa, nonostante i risultati significativi in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e idrico e l’adozione di nuove politiche per affrontare il problema dei rifiuti, sono necessarie ulteriori misure per un cambiamento profondo dei principali sistemi di produzione e di consumo che stanno alla base del nostro moderno stile di vita, come l’alimentazione, l’energia e la mobilità, i cui effetti sull’ambiente sono determinanti.
Le numerose interconnessioni tra i vari sistemi sociali, però, fanno sì che vi siano spesso notevoli ostacoli al raggiungimento del rapido e profondo cambiamento necessario per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine dell’Europa.

 

Uno sguardo al contesto

Le sfide ambientali che l’Europa deve affrontare oggi sono radicate in sviluppi globali che si protraggono da decenni. La “Grande accelerazione” delle attività sociali ed economiche, iniziate intorno agli anni Cinquanta del Novecento, hanno trasformato il rapporto dell’umanità con l’ambiente, portando grandi benefici, alleviando le sofferenze e aumentando la prosperità in molte parti del mondo, ma causando anche danni diffusi agli ecosistemi naturali.

La Terra, infatti, sta subendo una perdita di biodiversità eccezionalmente rapida e oggi molte specie rischiano l’estinzione più che in qualsiasi altro momento della storia dell’umanità. Molti dei cambiamenti del sistema climatico globale osservati a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso non hanno precedenti.

In quanto pioniere dell’industrializzazione, l’Europa ha svolto un ruolo fondamentale nel dare forma a questi cambiamenti globali. Oggi continua a consumare più risorse e a contribuire al degrado ambientale rispetto a molte altre regioni del mondo. Per far fronte a questi elevati livelli di consumo, l’Europa dipende dalle risorse estratte o utilizzate in altre parti del mondo, come l’acqua, la terra, la biomassa e altri materiali.

Passi avanti di una certa importanza sono stati compiuti dall’Europa in termini di efficienza delle risorse ed economia circolare. Tuttavia, destano preoccupazione gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico e acustico sull’ambiente e la salute umana. Infatti, ogni anno, secondo il SOER 2020, nei paesi dell’Europa centrale e orientale, si registrano circa 400.000 decessi prematuri a causa dell’esposizione al particolato.

 

Abbiamo uno stretto margine di opportunità nel prossimo decennio per potenziare le misure finalizzate a proteggere la natura, attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e ridurre drasticamente il nostro consumo di risorse naturali” afferma Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.

 

2020: fatti salienti

Vediamo insieme quali sono stati, a livello ambientale, alcuni dei “punti” tristemente critici di questo 2020.

Incendi
Secondo il Rapporto “Fires, Forests and the Future: a crisis raging out of control” pubblicato da WWF e BCG, nell’aprile 2020, il numero di incendi in tutto il mondo è aumentato del 13% rispetto all’anno precedente – già ricordato come anno record per gli incendi. Il persistere di un clima più caldo e secco dovuto al cambiamento climatico e ad altri fattori, come la conversione dei terreni per l’agricoltura e la cattiva gestione delle foreste, sono stati i principali elementi che hanno determinato l’aumento dei roghi.

 

Riscaldamento globale
Le temperature globali di novembre 2020 hanno raggiunto un picco record, mentre l’Europa ha vissuto il suo autunno più caldo del mondo. A novembre, la temperatura media a livello mondiale ha superato di 0,13 gradi centigradi i due record precedenti, del 2016 e del 2019. Secondo il servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus, il dato è stato di 0,77 gradi superiore rispetto alla media del periodo 1981-2010.

 

Emissioni di gas serra
Rispetto all’anno precedente, nel 2020 è stato registrato un crollo del 7% di emissioni climalteranti per le misure restrittive imposte per limitare la pandemia da coronavirus. Questo dato incoraggiante, però, non ci autorizza a festeggiare, anzi. L’Emission Gas Report dell’UNEP (United Nations Environment Programme) mostra che le concentrazioni di anidride carbonica, metano e ossido di azoto in atmosfera sono aumentate e se si inserisce il rilevamento 2020 nel trend dei prossimi decenni, si attenua di soli 0,01 gradi centigradi il riscaldamento globale previsto per il 2050.

 

Pandemia Covid
L’inizio del 2020 è stato segnato dalla diffusione di un nuovo coronavirus, il Sars-Cov-2, che ha causato una pandemia in oltre 200 paesi nel mondo. Questa crisi trae origine da un salto di specie per cui lo stretto contatto tra persone, animali vivi e morti (come è avvenuto nel mercato del pesce di Wuhan, origine del focolaio, dove si vendono animali d’allevamento e selvatici) ha portato alla trasmissione di questo virus di origine animale all’uomo.

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