I climatologi avevano già previsto che sarebbe stata una stagione complicata. Secondo un rapporto dell’Ufficio di meteorologia nel 2019 l’Australia ha registrato il suo anno più caldo rispetto alla media, con un aumento di temperatura pari a 1,5 gradi Celsius.
“Gli incendi boschivi stagionali si verificano sempre in Australia, ma le condizioni più calde e più asciutte dovute ai cambiamenti climatici ne hanno aumentato la frequenza”, ha affermato Andy Pitman, esperto di clima presso l’Università del New South Wales a Sydney.
Il fenomeno è causato dalla combinazione di temperature superiori a 40 ºC, poca pioggia e forti venti innescati dal riscaldamento globale, che porta periodi di caldo sempre più lunghi e intensi. Questi fattori concorrono alla facile propagazione delle fiamme. Purtroppo, le cause non sono solo di origini “naturali” anzi, molto spesso gli incendi sono provocati con dolo dall’uomo.
Le località più colpite finora sono lo stato di Victoria e del Nuovo Galles del Sud. Dall’inizio della stagione estiva che inizia a settembre, sono stati bruciati 10 milioni di ettari di terreno e distrutte oltre 1.500 abitazioni.
Dichiarato lo stato di emergenza, è intervenuto l’esercito per l’evacuazione di massa di oltre 100.000 persone nel sud-est del continente, ma purtroppo gli incedi hanno già provocato la morte di 24 persone.
A rendere la situazione ancora più drammatica sono i dati dell’Università di Sydney: si stimano 480 milioni di animali morti, tra mammiferi, uccelli e rettili anche se “è probabile che la quantità di vita animale sia di molto superiore a 480 milioni” afferma l’università.
“Siamo in un territorio sconosciuto”, ha ammesso Gladys Berejiklian, Premier del Nuovo Galles del Sud, perché l’estensione e la diffusione degli incendi “non ha precedenti”.
Il fumo è visibile da chilometri di distanza e rende l’aria irrespirabile che, in questi giorni, risulta tra le più inquinate del pianeta. La buona notizia è che nelle ultime ore grazie alla pioggia e al conseguente abbassamento delle temperature, la situazione è migliorata sia nello stato di Victoria sia nel Nuovo Galles del Sud.
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