Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “Bambini e discariche digitali” è urgente e necessaria un’azione per proteggere nel mondo milioni di bambini, adolescenti e madri in attesa la cui salute è messa in pericolo dal trattamento informale dei RAEE
“Con l’aumento dei volumi di produzione e smaltimento, il mondo affronta quello che un recente forum internazionale ha descritto come un crescente “tsunami di rifiuti elettronici”, mettendo a rischio vite e salute”, ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. “Nello stesso modo in cui il mondo si è mobilitato per proteggere i mari e i loro ecosistemi dall’inquinamento da plastica e microplastica, dobbiamo mobilitarci per proteggere la nostra risorsa più preziosa – la salute dei nostri figli – dalla crescente minaccia dei rifiuti elettronici”.
Sono ben 12,9 milioni le donne in gravidanza coinvolte nel settore informale dei rifiuti e più di 18 milioni i bambini e gli adolescenti, impegnati in queste attività. Altri invece vivono, vanno a scuola e giocano vicino ai centri di riciclo, dove gli alti livelli di sostanze chimiche tossiche, soprattutto piombo e mercurio, possono danneggiare le loro capacità intellettive.
Impatto dei RAEE sulla salute umana
I lavoratori che recuperano materiali preziosi come il rame e l’oro dai dispositivi elettronici sono esposti a più di 1.000 sostanze nocive, tra cui piombo, mercurio, nichel, ritardanti di fiamma…
“Un bambino che mangia un solo uovo di gallina proveniente da Agbogbloshie, la più grande discarica di rifiuti in Ghana, assorbe 220 volte il limite giornaliero di diossine clorurate posto dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA)”, ha affermato Marie-Noel Brune Drisse, autrice principale del report.
La ricerca, dunque, chiede un’azione efficace da parte di esportatori, importatori e governi per:
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