Riparare le cose da sé, la storia dei manuali iFixit. “Fa bene all’ambiente e a sé stessi”

Nata nel 2003 quasi per caso, l’azienda statunitense fattura circa 30 milioni di dollari. La portavoce Oliva Webb spiega in un’intervista a Economiacircolare.com come funzionano i celebri kit: “Abbiamo un team addetto specificamente allo sviluppo degli attrezzi che lavora a stretto contatto con gli ingegneri che scrivono le guide per creare gli attrezzi migliori”

“Insegnare al mondo come riparare ogni singola cosa”: è questa la mission dichiarata da iFixit, un sito su base wiki su cui trovare istruzioni, manuali e consigli per riparare gli apparecchi e le tecnologie che usiamo tutti i giorni. Nata nel 2003 dall’idea di due studenti della California Polytechnic State University, Kyle Wiens e Luke Soules, iFixit è oggi un’azienda con un fatturato che negli ultimi anni si è aggirato intorno ai 30 milioni di dollari.

 

Tutto comincia da un pc che cade

La storia inizia con Wiens che fa cadere e rompe il suo portatile Apple: abituato da sempre a riparare gli oggetti e a non farsi spaventare dalle tante piccole parti di un computer, l’allora studente cerca informazioni su come risolvere il problema ma non riesce a trovare nulla, finché una notte, nella stanza del dormitorio che condivide con Soules, decide di aprire e smontare completamente il laptop. Da lì i due iniziano a rendersi conto che c’è una precisa volontà da parte di Apple e altre aziende di tenere i consumatori all’oscuro, privandoli delle informazioni che consentirebbero loro di riparare e allungare la vita dei prodotti che hanno acquistato.

Ritenendo che i consumatori non dovrebbero essere costretti a scegliere tra buttare via i propri apparecchi o  farli riparare a caro prezzo da chi li ha prodotti, da quel momento in poi i due iniziano a scrivere manuali per riparare computer Apple e di altri marchi per poi includere anche altre tecnologie, fino a creare una piattaforma su cui condividere i manuali con altri utenti.

 

Guida a oltre 60mila apparecchi

“L’idea è che riparare fa bene all’ambiente, perché evita la creazione di rifiuti, è economicamente vantaggioso, perché ci permette di non spendere su nuovi prodotti, e ci fa imparare nuove cose e stimola l’inventiva”, spiega a Economia Circolare la portavoce di iFixit, Olivia Webb. Oggi iFixit, che ha anche una versione in italiano, è la più grande e ricca risorsa online di manuali di riparazione, postati e continuamente aggiornati dagli utenti stessi. Sul sito si trovano guide alla riparazione di oltre 60mila apparecchi.

Il team di iFixit continua a produrre e pubblicare manuali soprattutto di prodotti elettronici, ma sul sito si trovano contributi anche su oggetti di uso domestico (dallo scarico del bagno ai vetri delle finestre), automobili, biciclette, elettrodomestici e molto altro. Tutti i contenuti sono aperti al contributo degli utenti che diventano parte di una comunità di fixer che condivide informazioni all’interno del forum, risponde alle domande degli altri utenti e si scambia informazioni sui prodotti. Mentre i manuali di riparazione sono tutti disponibili gratuitamente, il sito ha anche uno store online sul quale sono in vendita kit e attrezzi utili per effettuare ogni tipo di riparazione.

“Abbiamo un team addetto specificamente allo sviluppo degli attrezzi – ci ha detto ancora Webb – che lavora a stretto contatto con gli ingegneri che scrivono le guide per creare gli attrezzi migliori: con oltre 15 anni di esperienza nello smontare e sistemare telefoni, computer, eccetera, sanno esattamente qual è il miglior modo per ‘entrare’ in questi apparecchi. I nostri kit sono quindi composti dagli attrezzi migliori per ogni esigenza. Abbiamo sia kit generici che kit per specifiche riparazioni, per esempio per sostituire lo schermo del telefono”.

 

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