Il tema di quest’anno è la biodiversità, con lo slogan. “È il momento per la Natura”.
In un momento di estrema incertezza come quello che, anche a causa della pandemia, stiamo vivendo si definisce ancora più prioritaria l’esigenza di fermarsi a riflettere e a ripensare al nostro rapporto con il mondo vivente, con gli ecosistemi e la biodiversità.
“È il momento per la natura” un pensiero che si concretizza anche come slogan della Giornata Mondiale dell’Ambiente nella sua edizione 2020, quest’anno con un focus sul tema della biodiversità sulla Terra.
Questa ricorrenza nasce nel 1972 quando, durante la Conferenza sull’ambiente umano, a Stoccolma, le Nazioni Unite (ONU) hanno deciso di istituire una Giornata Mondiale dell’Ambiente, che da allora viene celebrata ogni 5 giugno. Nel tempo, questa giornata ha conseguito sempre più rilievo a livello internazionale, fino a diventare una piattaforma globale per sensibilizzare e guidare azioni su problemi ambientali sempre più impellente.
Come già accennato il tema di quest’anno è la biodiversità, ormai sempre più a rischio e che rappresenta una preoccupazione sia urgente che essenziale. Molti degli ecosistemi terrestri si stanno infatti avvicinando a punti critici di esaurimento o cambiamento irreversibile, spinti dall’elevata crescita della popolazione e dallo sviluppo economico. Entro il 2050, se gli attuali modelli di consumo e di produzione rimanessero gli stessi – e con una popolazione in aumento che dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi – avremo bisogno di tre pianeti per sostenere il nostro modo di vivere e consumare. Questi problemi e altri potrebbero essere evitati se diventassimo consapevoli dell’importanza di un uso corretto e moderato delle nostre risorse naturali.
Gli avvenimento degli ultimi tempi, come gli incendi boschivi che hanno devastato le foreste del Brasile, degli Stati Uniti e dell’Australia, le infestazioni di locuste in tutta l’Africa orientale la pandemia globale e, ora, il disastro ambientale in Siberia dovuto alle 20 mila tonnellate di combustibile diesel e lubrificanti disperse nel fiume Ambarnaya sono la prova che gli esseri umani e la natura NON sono due entità separate.
La sopravvivenza umana dipende dai prodotti e servizi ecosistemici e, a sua volta, la biodiversità è la base che sostiene tutta la vita terrestre: riguarda ogni aspetto della salute umana, fornendo aria e acqua pulite, cibi nutrienti, conoscenze scientifiche e fonti di medicina, resistenza naturale alle malattie e mitigazione dei cambiamenti climatici. Consumare con cura significa vivere all’interno dei confini planetari, rispettando i cicli degli ecosistemi terrestri.
Molti punti meritano di essere rivisti da parte di governi e cittadini. Se non si fa nulla, l’eccessivo consumo di risorse e la costante perdita di biodiversità potrebbero alterare per sempre il modo in cui viviamo oggi, compromettendo persino la nostra sopravvivenza.
Secondo gli scienziati stiamo già assistendo alla sesta estinzione di massa. Ad oggi, infatti, su un totale di circa 8,7 milioni di specie, circa 1 milione sono minacciate di estinguersi. Ricordando che l’estinzione è un fenomeno irreversibile con effetti a catena che si ripercuotono su tutto l’ecosistema.
Tutti dobbiamo assumere un atteggiamento di responsabilità ambientale, perché solo così saremo in grado di cambiare la situazione attuale.
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