Consolle di gioco, bambole parlanti, mini-car elettriche. Sono solo alcuni esempi di giocattoli elettronici che, come ogni Natale, finiranno sotto l’albero di molte famiglie italiane e che un giorno diventeranno dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Ecco perché acquistare un giocattolo oggi significa anche essere consapevoli sulle corrette modalità del suo futuro smaltimento. Per capire come scegliere i migliori e quali sono le evoluzioni del settore in termini di Ecodesign dei prodotti, Erion ha intervistato il Direttore di Assogiocattoli, Maurizio Cutrino.
Molti giocattoli contengono parti elettroniche. Giocattoli che, prima o poi, diventeranno RAEE. Quanto ne sono consapevoli, secondo te, i consumatori?
È un momento particolare siamo tutti coinvolti sia come aziende ma anche nella vita privata, perché è evidente l’insostenibilità del sistema. Per questa ragione stiamo maturando una sempre più grande attenzione ai temi legati al rispetto dell’ambiente, agli acquisti consapevoli e di conseguenza al corretto riciclo dei materiali. I consumatori oggi sono certamente più preparati e disponibili, anche se la domanda da porsi dovrebbe essere “quanti conoscono il significato della marcatura RAEE?”
Col Natale alle porte qual è il consiglio di Assogiocattoli per fare degli acquisti davvero responsabili?
È bene ricordare che i giocattoli immessi sul mercato sono disciplinati, per quanto riguarda i requisiti fisico-meccanici, elettrici e chimici, dal D. Lgs. n. 54/2011 che ha recepito la direttiva europea 2009/48/CE. Per un acquisto responsabile e sicuro, consigliamo di seguire poche regole, ma che consideriamo chiare ed efficaci a tale scopo.
Come giudichi l’impegno dei Produttori di giocattoli sul versante dell’eco-design dei loro prodotti?
Le aziende del mondo del giocattolo stanno già progettando i propri prodotti (compreso il packaging) tenendo in considerazione la riciclabilità e la possibilità di una separazione dei materiali. A questo si affianca un recupero dei materiali dall’economia circolare e uno studio/ricerca di alternative. Ad esempio, ci sono delle “plastiche no plastiche” recuperate dagli scarti dei tagli del legno…Tutto questo comporta però dei processi molto articolati e non di immediata attuazione, come l’analisi della lavorazione, dei tagli, delle saldature che possono impattare anche sulla salute del lavoratore oltre che essere impattanti sull’ambiente. Non ultimo è fondamentale la scelta del fornitore, della sua adeguatezza per evitare di cadere nel cosiddetto greenwashing.
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