Meno della metà degli Italiani conosce l’economia circolare

Dal nostro punto di osservazione, negli ultimi mesi l’economia circolare (in parte in virtù delle polemiche legate alla proposta di regolamento sugli imballaggi) è entrata più spesso nei palinsesti tv, nei titoli dei giornali e nelle dichiarazioni dei politici. Lasciandoci la percezione che il tema, insieme a quello della sostenibilità, sia ormai di pubblico dominio. Ma il nostro è, appunto, un osservatorio particolare, che rischia di subire gli effetti deleteri delle eco-chamber, la stanze dell’eco della comunicazione in cui i temi (in questo caso quelli della circolarità e della sostenibilità ambientale) risuonano, producendo la sopravvalutazione dell’effettiva conoscenza e relativa importanza percepita dal grade pubblico.Proviamo invece a ‘tornare coi piedi per terra’ grazie ad alcuni recenti sondaggi.

Conoscenza della sostenibilità

Secondo il report “Sostenibilità è qualità” presentato nel maggio di quest’anno da Fondazione Symbola e Ipsos, solo il 7% degli italiani non conosce il concetto di sostenibilità (inteso nelle tre dimensioni economica, sociale ed ambientale). Più nel dettaglio il 13% afferma di conoscerlo superficialmente, il 43% discretamente, il 37 di conoscerlo “bene”. Negli anni, le persone che conoscono bene questo concetto sono in aumento: si passa dal 7% del 2011 al 36% del 2019, anno dopo il quale la crescita si stabilizza per raggiungere nel 2022 appunto il 37%.

sondaggio economia circolare sostenibilità
Fonte: Symbola-Ipsos

Symbola e Ipsos, tra le domande del sondaggio, hanno chiesto agli intervistati di specificare il proprio interesse nella sostenibilità: è “poco interessato” il 10% degli intervistati, “abbastanza” il 30%, “molto” un altro 30%. Un’altra domanda ha riguardato la tendenza di questo interesse. Quasi il 60% si è detto “molto più interessato oggi che 2-3 anni fa”. È interessato allo stesso modo il 36%, e solo il 6% afferma di essere meno interessato rispetto agli anni passati. Importante osservare le motivazioni di questo interesse scemato. Quasi la metà (48%) spiega che “Ci sono cose più urgenti che devono essere affrontate”. Il 29% adduce come motivazione il fatto che “Molte persone dichiarano di essere attive per la sostenibilità ma di fatto fanno poco o nulla”: il presunto poco impegno degli altri giustifica il proprio, dunque. Un altro 24% risponde, analogamente, che “Molte aziende dichiarano di essere attive per la sostenibilità ma di fatto fanno poco o nulla”.

Il sondaggio indaga anche quale delle tre componenti della sostenibilità (economica, sociale ed ambientale) è percepita come più importante. E lo fa con la domanda: “Consideri di avere 10 monete: se fosse un Capo di Governo e potesse decidere oggi su cosa investire, quante ne metterebbe nella sostenibilità… “. Fatto 100 il numero totale delle monete messe virtualmente a disposizione di tutti gli interessati e da questi investite, l’aspetto che ne riceve di più (il 37%) è quello della sostenibilità sociale, segue quella ambientale (34%) e (col 29%) quella economica.

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di Redazione EconomiaCircolare.com

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