Il 20 maggio si celebra la Giornata mondiale delle Api. Giunta alla sua quarta edizione, rappresenta un momento importante per sensibilizzare ciascuno di noi sulle minacce che incombono sugli insetti impollinatori a causa dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, e la cui riduzione avrebbe degli impatti significativi sulla sicurezza alimentare delle future generazioni.
La scelta del 20 maggio non è casuale, ma è il giorno in cui è nato lo sloveno Anton Janša (1734-1773) pioniere delle tecniche di apicoltura.
Anche quest’anno è previsto un evento, che si svolgerà online, organizzato dalla FAO dal titolo “Bee engaged. Build Back Better for Bees”.
“È giunto il momento di ripensare a come ci relazioniamo alla natura e agli impollinatori – si legge sul sito della Food and Agriculture Organization – e quali azioni possiamo intraprendere per sostenere questi minuscoli lavoratori e i milioni di mezzi di sussistenza che, a loro volta, essi sostengono”.
Va ricordato che oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono direttamente o indirettamente dall’impollinazione e senza api e altri insetti impollinatori non avremmo più pomodori, melanzane, arance, fragole, mele, angurie, zucche, solo per citare alcune colture basate su questo processo.
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