Il 17 gennaio 2024 il Parlamento ha dato il via libera definitivo a una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti
L’Europa dice “no” al greenwashing. Lo scorso 17 gennaio il Parlamento europeo ha infatti approvato, con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni, una nuova direttiva che mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e ad aiutarli a compiere scelte d’acquisto più informate. A tal fine, saranno aggiunte all’elenco Ue delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al cosiddetto greenwashing (ambientalismo di facciata) e all’obsolescenza precoce dei beni.
“Le aziende – si legge in una nota diramata da Bruxelles – non potranno più commercializzare prodotti utilizzando affermazioni infondate sul loro impatto ambientale”. Le nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove. Sarà ora regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’Ue saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).
Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso. Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.
La relatrice Biljana Borzan (S&D, HR), ha dichiarato: “Questa legge cambierà il quotidiano di tutti gli europei! Ci allontaneremo dalla cultura dello scarto, renderemo più trasparente il marketing e combatteremo l’obsolescenza prematura dei beni. Le persone potranno scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Soprattutto, le aziende non potranno più ingannare le persone dicendo che le bottiglie di plastica sono buone perché l’azienda ha piantato alberi da qualche parte — o dire che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. Questa è una grande vittoria per tutti noi!”. La direttiva dovrà ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio dell’Ue per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.
Ai temi dell’ambientalismo di facciata e dei modi più efficaci per contrastarlo Erion ha dedicato “Greenwashing. La musica deve cambiare” uno speciale evento organizzato, il 14 ottobre 2022, al Blue Note di Milano in occasione dell’International E-Waste Day e del secondo compleanno del nostro Sistema e del magazine EconomiaCircolare.com. La serata ha ospitato, tra gli altri, un intervento di Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico che partendo dalle origini del greenwashing ne ha narrato le evoluzioni, le strategie, le tecniche, affrontando anche gli strumenti a disposizione dei consumatori per difendersi dal fenomeno e fare scelte d’acquisto più responsabili e sostenibili.
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