Trash Art: quando il mondo dell’arte incontra quello dei rifiuti

Partendo dai più antichi graffiti rupestri degli uomini primitivi, passando per le pitture rinascimentali fino ad arrivare alle più moderne avanguardie artistiche ispirate dall’evoluzione tecnologica, nel corso dei secoli l’arte è sempre stata una disciplina che ha seguito – e, in alcuni casi, anticipato – l’evoluzione e i cambiamenti che hanno contraddistinto le diverse epoche.

Alla luce di ciò ci viene spontaneo chiederci: potevano gli artisti contemporanei rimanere impassibili di fronte al problema dell’inquinamento? Ovviamente la risposta è negativa: a partire dal secolo scorso, infatti, sono tanti gli artisti che, per puro spirito estetico o per motivi ideologici, hanno iniziato a confrontarsi con il tema del riuso e del riciclo creativo dei rifiuti.

Abbiamo deciso di raccontarvi alcune storie di artisti e opere che ci hanno particolarmente colpito.

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Quando nasce il rapporto tra arte e rifiuti

Il rapporto tra arte e rifiuti inizia a svilupparsi nei primi anni del Novecento. Inizialmente si trattava prettamente di gesti dissacranti nei confronti dei movimenti artistici delle epoche passate che erano focalizzati esclusivamente sulla ricerca del bello. Troviamo così artisti come Marcel Duchamp, Alberto Burri e Piero Manzoni che, al posto della pittura, iniziano ad utilizzare materiali ed oggetti comuni conferendo ad essi, però, un nuovo scopo (o una nuova vita). È negli anni ‘60 invece che gli artisti iniziano ad esprimere una critica nei confronti della società consumistica che, a seguito dell’industrializzazione, stava contribuendo sempre di più allo spreco di risorse.

In particolare gli artisti del Nuovo realismo francese si sono distinti in questo intento, dando vita ad opere che non rappresentavano solo una semplice decorazione ma, al contrario, erano in grado di portare forti messaggi alla società.

Più ci avviciniamo ai nostri giorni e più diventa evidente quanto la consapevolezza ambientale e la coscienza ecologica abbiano preso piede nell’ambiente artistico, fino ad arrivare alla nascita di una vera e propria Trash Art (arte spazzatura) o Waste Art (arte dei rifiuti).

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I rifiuti e il Nuovo Realismo

Sono molti gli esponenti del movimento del Nuovo Realismo – nato in Francia nel 1960 –  che utilizzano materiali di uso comune e di seconda mano come oggetti (e soggetti) principali delle proprie opere. Troviamo, ad esempio, Spoerri che utilizza oggetti recuperati nei mercatini e nelle discariche.

Altro artista simbolo del riuso è Arman che viene ricordato in particolare per le “Accumulation” che si sostanziano in accumulazioni di oggetti d’uso comune, tutti uguali e, solitamente già usati, e per le “Poubelles” in cui rifiuti, detriti, scarti di vario genere venivano accatastati in un recipiente trasparente.

Tornando, invece, in Italia possiamo fare l’esempio di Mimmo Rotella, artista divenuto famoso per i suoi assemblages e ready-made realizzati con oggetti di scarto come poster cinematografici, tappi di bottiglia, pezzi di stoffa e corde.

 

 

 

 

 

 

di Ludovica Nati

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