In occasione della “Giornata Mondiale dell’Istruzione”, che cade il 24 gennaio, è stata richiesta l’introduzione della “Ocean Literacy”, ossia l’educazione all’oceano nei programmi scolastici di tutto il mondo.
La proposta viene da Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco e promotrice in Italia del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030).
La finalità dell’iniziativa è di introdurre nelle scuole il “curriculum blu”, un percorso formativo e di sensibilizzazione legato all’oceano che sia in grado di “formare le nuove generazioni dal punto di vista scientifico ma anche far sì che sviluppino una coscienza critica e diventino parte attiva del cambiamento, prendendosi cura del Pianeta: il mare produce dal 50 all’80% dell’ossigeno che respiriamo, controlla il clima globale e ha un ruolo cruciale anche dal punto di vista economico (se l’oceano fosse un Paese sarebbe la settima potenza mondiale)”, si legge in una nota. “Questo tipo di educazione – aggiunge Francesca Santoro – può aiutare le istituzioni scolastiche, il corpo docenti e gli studenti nella comprensione dell’importanza della biodiversità marina e delle interazioni oceano-uomo, in modo da prendere decisioni più consapevoli e responsabili sull’utilizzo delle risorse marine”.
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