Riciclo e riuso sono termini spesso ricorrenti, specie quando si parla di recuperare materiali, oggetti, fare la differenziata.
Troppo spesso, però, questi concetti non vengono usati in modo appropriato oppure vengono confusi tra loro. Eppure la differenza tra le due espressioni è netta, ma forse ancora poco diffusa tra il pubblico. Quando è più corretto parlare di riciclo? Quando di riuso? Oggi potremo dare risposta alle vostre domande e per farlo ci faremo aiutare anche da qualche esempio pratico che, in alcuni casi, potrete fin da subito mettere in atto a casa vostra.
Come si può leggere su un qualsiasi dizionario, riciclare vuol dire “utilizzare nuovamente materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi”. Spiegato in parole povere significa trasformare materiali di scarto e rifiuti recuperati grazie alla raccolta differenziata in nuovi beni – le cosiddette materie prime seconde – dando loro una seconda vita.
Per spiegare il riciclo con qualche esempio si può partire dal leggere cosa può essere inserito nei cassonetti stradali o quelli del porta a porta. Imballaggi di plastica, vetro, alluminio, carta sono i più comuni. Tra i materiali (e gli oggetti) riciclabili, si definiscono permanenti quelli che nel riciclo non mutano le proprie caratteristiche chimico fisiche. Se avvio a riciclo un kg di oggetti di vetro (es. barattoli e bottiglie), attraverso il riciclo non subirò una perdita di massa né di proprietà. Da tale kg potrò realizzare beni per la medesima quantità. Oltre al vetro sono materiali permanenti l’acciaio e l’alluminio.
Facciamo ora qualche esempio legato alla plastica. Le tipologie riciclabili sono imballaggi che recano il simbolo di un triangolo di frecce sottili con un numero che va dall’1 al 6 (il 7 indica invece che non va inserito nella raccolta differenziata della plastica). Dal processo di riciclo potremo ottenere una nuova bottiglia, un contenitore ma anche manufatti completamente diversi. Sapevate, ad esempio, che con la plastica di 10 bottiglie si può fare un maglione di pile?!
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Quando si parla di rifiuti urbani la frazione umida pesa per il 40% del totale, divenendo la prima voce sulla bilancia dei rifiuti domestici. La più grande forma di riciclo è sicuramente il compostaggio che può avvenire a livello domestico o industriale. Il primo tipo è quello che ognuno di noi può fare autonomamente avendo a disposizione lo spazio per installare una compostiera. In essa potranno essere conferiti esclusivamente rifiuti organici (meglio ancora se solo frutta e verdura). Nel compostaggio industriale potranno essere conferiti anche i prodotti certificati compostabili come alcune stoviglie monouso, piatti e bicchieri. Grazie al processo di compostaggio, in entrambi i casi, si produrrà dell’ottimo fertilizzante. Dall’impianto industriale si potrebbe trarre anche biogas e quindi biometano.
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di Ludovica Nati
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