Negli ultimi anni, gli scienziati hanno analizzato in che modo il solare e l’eolico nel deserto del Sahara potrebbero soddisfare la crescente domanda mondiale di energia.
Il deserto africano del Sahara è una potenziale fonte di energia solare ed eolica, di conseguenza l’installazione di impianti a tale scopo potrebbe soddisfare una grossa fetta del fabbisogno di energia della popolazione mondialeriducendo di molto la dipendenza dai combustibili fossili e il conseguente impatto sul clima.
Il deserto africano, è uno dei luoghi più affascinati della terra, ma è anche uno dei più caldi e aridi. È caratterizzato da una ridotta quantità di precipitazioni e da una limitata vegetazione. La sua superficie è di 9 milioni di km² e si estende dall’oceano Atlantico al Mar Rosso. Per questi aspetti, il Sahara è il luogo ideale per le installazioni di pannelli solari e turbine eoliche su larga scala. Come dimostrato da un progetto dei ricercatori dell’Università dell’Illinois, potrebbero fornire al mondo tutta l’energia di cui ha bisogno producendo una potenza quattro volte superiore a quella del fabbisogno mondiale.
“I risultati del modello che abbiamo realizzato dimostrano che un’installazione su larga scala di parchi eolici e solari nel deserto del Sahara causerebbe un notevole incremento delle precipitazioni, specialmente nella zona di Sahel”, afferma Yan Li, autore dello studio, “Di conseguenza, la copertura vegetale aumenterebbe del 20%”.
L’ aumento delle precipitazioni legate alla variazione artificiale delle temperature, stimolerebbe la crescita della vegetazione nelle aree periferiche e creando nuove opportunità di sussistenza.
“Si tratta del più grande deserto al mondo, è ampiamente disabitato ed è molto sensibile a cambiamenti sul territorio”,sottolinea Li, “inoltre è in Africa e vicino all’Europa e al Medio oriente, tutte regioni che hanno un elevato e crescente bisogno di energia”.
Nel dettaglio, gli autori della ricerca spiegano di aver scoperto un circolo virtuoso innescato dall’effetto di riflessione della luce solare dei pannelli fotovoltaici e dall’evaporazione stimolata dalle turbine eoliche che favorirebbe un aumento delle precipitazioni del 50%, a cui seguirebbe il benefico incremento della vegetazione già citato.
Secondo il modello teorico, concludono i ricercatori, questi cambiamenti su vasta scala porterebbero dei benefici sia per il clima locale, sia per l’economia, grazie la produzione di energia rinnovabile, il cui impatto sulla temperatura media globale è basso in proporzione a quello che si produce dalle emissioni di CO2 da fonti fossili.
“L’aumento delle piogge e della vegetazione, combinati con l’energia pulita prodotta grazie ai parchi solari ed eolici potrebbe aiutare l’agricoltura, lo sviluppo economico e il benessere a livello sociale”, conclude Safa Motesharrei dell’Università del Mariland, che ha lavorato allo studio.
“Si tratta del più grande deserto al mondo, è ampiamente disabitato ed è molto sensibile a cambiamenti sul territorio”,sottolinea Li, “inoltre è in Africa e vicino all’Europa e al Medio oriente, tutte regioni che hanno un elevato e crescente bisogno di energia”.
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