La Francia è la prima nazione europea ad aver adottato la responsabilità estesa del produttore nel tessile. A occuparsi della raccolta e gestione del fine vita è il consorzio Refashion, che a EconomiaCircolare.com spiega come funziona il sistema francese e quali sono i prossimi obiettivi. Parla la direttrice del consorzio, Maud Hardy
Se in Europa si sono accesi solo recentemente i riflettori sulla responsabilità estesa del produttore nel settore del tessile, la Francia da quindici anni attua il principio secondo cui, anche in questo ambito, a essere responsabile del fine vita debba essere chi produce i beni. È del 2007, infatti, la legge con cui Parigi ha introdotto un sistema di responsabilità estesa del produttore nel tessile, dando vita a un unico consorzio, Refashion, per gestire la raccolta dei prodotti tessili e del calzaturiero a fine vita.
Come conseguenza dell’intervento normativo, dal 2014 il tasso di raccolta in Francia è aumentato del 40%. Sul territorio ci sono 44.830 punti di raccolta e 66 centri di smistamento convenzionati con Refashion. Nel 2022, su circa 260 mila tonnellate di prodotti tessili raccolti, il 59,5% è stato riutilizzato, il 31,3% riciclato e l’8,7% valorizzato energeticamente (termovalorizzazione o combustibili solidi) e lo 0,5 incenerito o inviato in discarica.
Nonostante i risultati positivi, si parla tuttavia del 38% del totale dei prodotti tessili immessi nel mercato francese: lo spazio di miglioramento è ancora enorme e questo sarà l’obiettivo di Refashion nei prossimi anni. Raggiunto da EconomiaCircolare.com, la direttrice del consorzio, Maud Hardy, spiega nel dettaglio il funzionamento del sistema EPR francese e come questo si integri con le normative europee.
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Direttore Hardy, come è stata accolta in Francia la proposta della Commissione europea del 5 luglio 2023, che modifica la Direttiva quadro sui rifiuti?
In qualità di prima e – ancora oggi – unica organizzazione di responsabilità estesa del produttore per il settore tessile e calzaturiero in Europa, Refashion accoglie con grande favore la proposta della Commissione europea di modificare la Direttiva quadro sui rifiuti e stabilire schemi EPR obbligatori per il settore tessile e calzaturiero in tutti gli Stati membri. Poiché questo schema EPR è già pienamente in vigore in Francia dal 2009, si prevede che la proposta avrà un impatto limitato nel nostro Paese. Tuttavia, la Francia vuole assicurarsi che l’armonizzazione tra i vari Paesi Ue non crei confusione per i marchi e che vengano messi in atto meccanismi di sostegno appropriati, in particolare per i soggetti più piccoli, in modo da aiutarli ad adempiere ai loro obblighi futuri.
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