Greta e i giovani di tutto il mondo ancora uniti per l’ambiente

Venerdì 25 marzo il movimento Fridays for future è sceso di nuovo nelle piazze di tutto il mondo. 89 Paesi, infatti, hanno partecipato organizzando iniziative in 583 città del globo, con un Global Climate Strike – uno sciopero globale per chiedere ai governi di intervenire seriamente e definitivamente contro i cambiamenti climatici.

La protesta, però, questa volta non era incentrata solo sulla crisi climatica, ma anche sulla delicata situazione in Ucraina, rimarcata anche dallo slogan prescelto: “Effetto serra, effetto guerra”. Greta Thunberg, l’attivista svedese, ha commentato l’evento su Twitter con queste parole: “Torneremo in piazza per protestare per la giustizia, per il nostro presente e il nostro futuro”.

Diverse le iniziative e le modalità in cui si è declinata la contestazione:

  • in Australia e in Bangladesh sono stati realizzati cartelloni contro le industrie dei combustibili fossili che danneggiano l’ambiente e le comunità locali, contro i politici che promettono ma non passano all’azione;
  • dall’Artico il gruppo di ricercatori Scientists For Future ha postato su Twitter una foto con uno striscione con scritto: “Forniamo i fatti. È tempo di agire”, mentre dall’altra parte della Terra, dalla stazione di Neumayer (Antartide),è stato lanciato un avvertimento: “il ghiaccio dell’Antartide occidentale si sta sciogliendo troppo velocemente, dobbiamo dire basta ai combustibili fossili, pace e giustizia”;
  • in Italia sono stati, invece, realizzati cortei in tante città con grandi bandiere della pace, in particolare a Napoli lo striscione che ha aperto la manifestazione riportava queste parole: “Non vi stiamo chiedendo il futuro. Stiamo venendo a riprendercelo“.

 

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