Per risolvere un problema il primo passo è senza dubbio averne consapevolezza. E i risultati di un’indagine condotta dalla società norvegese DNV su un gruppo di 2900 cittadini tra Europa e Stati Uniti non sono troppo incoraggianti. Oltre un terzo di loro (il 35,8 per cento) non ha saputo rispondere alla domanda su cosa sia l’economia circolare.
Sollevando seri dubbi su come possa modificarsi il comportamento delle persone se non hanno neppure la percezione dell’urgenza di adottare scelte di consumo più sostenibili. Sebbene, da un altro punto di vista, confermi quanto sia indispensabile il ruolo dell’informazione. Sia da parte dei media tradizionali sia delle aziende, che secondo lo studio dovrebbero decisamente migliorare la comunicazione sul tema.
“La consapevolezza rappresenta l’elemento chiave. Il comportamento dei consumatori è fondamentale perché l’economia circolare diventi una realtà”, commenta il manager di DNV Luca Crisciotti. “In definitiva è ciò che spinge le persone nella direzione del riutilizzo e del riciclo dei materiali oppure a cercare beni e servizi innovativi ispirati alla circolarità”, conclude Crisciotti.
Lo studio evidenzia anche aspetti positivi. La conoscenza di cosa sia l’economia circolare è in aumento, e soprattutto le generazioni più giovani sono sensibili alla necessità di riciclare e riutilizzare i materiali. Tuttavia, spesso manca il passaggio verso azioni concrete. Solo il 45 per cento di coloro che affermano di sapere cosa sia l’economia circolare si comporta di conseguenza.
Anche in questo caso emerge una differenza generazionale: il 53 per cento dei giovani sostiene di contribuire attivamente all’economia circolare, mentre solo il 32,4 per cento della popolazione adulta afferma lo stesso.
Tra coloro che affermano di avere comportamenti in linea con l’economia circolare, le abitudini di consumo sono differenti. Il 48,1 per cento ha dichiarato di acquistare prodotti riciclabili e il 62,9 per cento preferisce comprare prodotti usati e ridurre i consumi.
Inoltre, le persone con più di 55 anni riutilizzano e riparano molto di più gli oggetti rispetto ai giovani, che invece preferiscono acquistare beni di seconda mano oppure noleggiarli. Secondo gli autori dell’indagine, le ragioni del differente approccio all’economia circolare andrebbero cercate sia nell’educazione ricevuta, sia nel differente potere d’acquisto tra le generazioni.
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di Tiziano Rugi
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