Aggiustare e prolungare la vita dei prodotti dev’essere prioritario. Lo ha ribadito il Parlamento Ue votando martedì 21 novembre la sua posizione negoziale sulle nuove misure per rafforzare il diritto alla riparazione e ridurre l’impatto ambientale del consumo di massa.
Oggi invece è atteso il voto sulla posizione negoziale del Consiglio europeo. Il mandato dell’Europarlamento ad avviare, probabilmente già dal 7 dicembre, i negoziati con i governi Ue per un nuovo diritto alla riparazione è stato adottato con 590 voti favorevoli, 15 contrari e 15 astensioni.
La direzione è chiara: uno studio della Commissione europea rileva che il 77% dei cittadini dell’Unione preferisce la riparazione all’acquisto di nuovi beni, dunque bisogna spingere l’acceleratore sulla riparazione per ridurre la produzione di rifiuti e promuovere un consumo più sostenibile.
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Attiviste e attivisti della campagna Repair.eu salutano con soddisfazione il voto quasi unanime dell’Europarlamento, parlando di “un encomiabile miglioramento rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea”. Il testo approvato affronta il problema dei costi esorbitanti delle riparazioni attraverso una maggiore trasparenza dei prezzi dei ricambi, promuove un ecosistema di riparazione aperto e affronta la questione delle pratiche anti-riparazione messe in campo dai produttori.
Durante il periodo di garanzia legale, i venditori saranno tenuti a dare priorità alla riparazione se è più conveniente o se costa quanto la sostituzione del prodotto, a meno che non risulti impossibile o disagevole per il consumatore. I deputati propongono anche di prorogare la garanzia legale di un anno dopo l’avvenuta riparazione.
Per rendere la riparazione più conveniente per il consumatore, i deputati vogliono garantire che i produttori offrano dispositivi sostitutivi per tutta la durata della riparazione, e, nel caso un prodotto non possa essere riparato, se ne potrà proporre uno ricondizionato.
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di Redazione EconomiaCircolare.com
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