Diritto alla riparazione, direttiva verso l’entrata in vigore

La riparazione dei beni sarà un diritto nell’Unione europea. Almeno nei limiti dell’accordo che Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto giovedì scorso sulla direttiva proposta dalla Commissione che garantisce e regola appunto il diritto alla riparazione (Direttiva right to repair, R2R). Obiettivo della direttiva è “ridurre gli sprechi e sostenere il settore delle riparazioni, rendendole più accessibili e convenienti”.

L’accordo, che integra le regole in arrivo sull’Ecodesign e sul greenwashing nell’ottica di una transizione green, è un passo avanti nello sforzo europeo di prolungare la durata di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e sostenere un’economia più sostenibile e circolare: “Con l’accordo – ha commentato Alexia Bertrand, Segretario di Stato belga per il bilancio e la protezione dei consumatori – l’Europa fa una scelta chiara a favore della riparazione anziché dello smaltimento. Facilitando la riparazione dei beni difettosi, non solo diamo una nuova vita ai nostri prodotti, ma creiamo anche posti di lavoro di qualità, riduciamo i rifiuti, limitiamo la nostra dipendenza dalle materie prime straniere e proteggiamo il nostro ambiente”.

Questa proposta è stata presentata dalla Commissione il 22 marzo 2023 e fa parte della Nuova agenda dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare. Essa integra altre recenti iniziative legislative volte a promuovere il consumo sostenibile, come il Regolamento ecodesignche promuoverà la produzione di prodotti riparabili, e la direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che consentirà ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate.

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Obiettivo: riparazioni più facili e convenienti

 “Molto spesso, quando l’aspirapolvere, la lavastoviglie, la macchina da caffè o qualsiasi altro prodotto si rompe o è difettoso, è più facile disfarsene e comprarne uno nuovo piuttosto che farlo riparare, soprattutto quando la garanzia legale è scaduta”, ricorda il Consiglio.

Le nuove norme, nell’intenzione dei legislatori, dovrebbero essere in grado di rendere la vita dei beni più lunga grazie al diritto di avere, dopo la scadenza della garanzia legale, riparazioni più facili e convenienti.

Le misure centrali dell’accordo raggiunto in sede di trilogo sono:

  • Obbligo di riparazione. La direttiva prevede l’obbligo per il produttore di riparare prodotti domestici comuni come lavatrici, aspirapolvere e persino smartphone. Altri prodotti si potranno aggiungere nel corso del tempo: la Commissione potrà introdurre requisiti di riparazione per i nuovi prodotti, attraverso il Regolamento ecodesign, che saranno quindi aggiunti all’elenco dei prodotti coperti dalla direttiva R2R (Allegato 2);
  • Modulo europeo di informazione. In parallelo con l’obbligo di riparare, i produttori saranno tenuti a informare i consumatori di questo obbligo. La direttiva propone un modulo europeo sulle riparazioni che i riparatori possono offrire ai consumatori, con informazioni chiare come le condizioni di riparazione, il tempo per terminare i lavori, i prezzi, i prodotti sostitutivi, ecc;
  • Tempi e prezzi “ragionevoli”. Il testo concordato prevede che i produttori effettuino le riparazioni necessarie entro un tempo ragionevole e, a meno che il servizio non sia fornito gratuitamente, anche a un prezzo ragionevole, in modo da incoraggiare i consumatori a scegliere la riparazione. Tuttavia, l’accordo mantiene anche il diritto dei consumatori di scegliere tra la riparazione e la sostituzione dei prodotti difettosi entro il periodo di responsabilità del venditore incluso nella garanzia.
  • Accesso semplice ai prezzi delle riparazioni. L’accordo obbliga i produttori a fornire informazioni sui pezzi di ricambio nel loro sito web, a renderli disponibili a tutte le parti del settore della riparazione a un prezzo ragionevole
  • Un anno di garanzia sui riparati. Viene garantita l’estensione di un anno della garanzia legale per i beni riparati. Questo periodo può essere ulteriormente prolungato dagli Stati membri;
  • Vietato ostacolare la riparazione. È stato introdotto il divieto per i produttori di utilizzare clausole contrattuali, tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni. In particolare, non dovranno ostacolare l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da riparatori indipendenti;
  • Piattaforme per la riparazione. Per facilitare il processo di riparazione, verrà creata una piattaforma online europea, con sezioni nazionali, attraverso la quale i consumatori potranno trovare negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair cafè;
  • Misure a favore della riparazione. Ogni Stato membro dovrà introdurre almeno una misura per promuovere le riparazioni, come buoni e fondi per le riparazioni, campagne informative, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità, oppure, una riduzione dell’aliquota IVA sui servizi di riparazione.

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di Redazione EconomiaCircolare.com

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