Coronavirus, secondo la NASA diminuito inquinamento in Cina

Il rallentamento economico della Cina, al fine di ridurre la diffusione del coronavirus, ha avuto un effetto collaterale inaspettato: un forte calo dell’inquinamento atmosferico.

La NASA ha pubblicato immagini satellitari che mostrano i livelli di biossido di azoto (NO2) in Cina prima e dopo che il Paese ha iniziato a imporre i blocchi per contenere il virus. I dati raccolti dal satellite Sentinel-5 dell’Agenzia spaziale europea e confermati dal satellite Aura della NASA, evidenziano come intorno aWuhan – la prima città a essere messa in quarantena – si sia registrato un drastico calo dell’inquinamento.

Secondo i ricercatori delle agenzie spaziali nordamericane ed europee il forte abbassamento delle concentrazioni di diossido di azoto è un effetto positivo dovuto al rallentamento economico scatenato, appunto, dal COVID-19. Il diossido d’azoto è infatti un gas nocivo emesso direttamente dal traffico veicolare, dagli impianti energetici e industriali. Le norme previdenziali e l’invito a restare nelle proprie abitazioni avrebbero quindi influito positivamente sull’inquinamento atmosferico riducendolo. Alla fine di gennaio, infatti, il Paese ha decretato la quarantena nella città di Wuhan, la prima di diverse misure per prevenire e controllare la diffusione della malattia.

“È la prima volta che vedo una caduta così drammatica in un’area così ampia, motivata da un evento specifico”, ha dichiarato Fei Liu, ricercatore della qualità dell’aria presso il Goddard Space Flight Center NASA.

“Si tratta di un drastico calo delle emissioni senza precedenti”, afferma Lauri Myllyvirta, capo analista del Center for Research on Energy and Clean Air che ha analizzato e discusso questo fenomeno senza precedenti “Ho parlato con persone a Shanghai che hanno detto che sono stati alcuni dei cieli blu più e incontaminati che ricordano durante l’inverno.”

Si stima che l’inquinamento atmosferico contribuisca a oltre 1 milione di morti premature in Cina ogni anno. L’inquinamento da particelle fini, noto anche come PM 2.5, può entrare nel flusso sanguigno attraverso i polmoni ed è stato collegato ad attacchi di asma, attacchi di cuore e problemi respiratori.

 

 

“È la prima volta che vedo una caduta così drammatica in un’area così ampia, motivata da un evento specifico”, ha dichiarato Fei Liu, ricercatore della qualità dell’aria presso il Goddard Space Flight Center NASA.

Iscriviti alla newsletter.
Scopri tutte le novità Erionpervoi!
Indirizzo Email non valido