Ridurre l’impatto ambientale del settore della moda e del tessile è oggi tra gli obiettivi che si è posta l’Unione Europea in ottica di riconversione ecologica. Nel 2021 l’Ue ha infatti lanciato la roadmap per indirizzare il settore tessile verso un sistema sostenibile e circolare.
Negli ultimi anni gli acquisti di capi sono schizzati alle stelle e ogni anno i rifiuti pro-capite continuano a crescere: solamente in Europa si stimano circa 26 chilogrammi di tessuti consumati a persona ogni anno e nello stesso arco temporale ne vengono gettati via 11 kg. In poche parole, rispetto a venti anni fa si acquista molto di più, per indossare in media molto meno tempo un capo e ad andare di moda, in senso letterale, è la cosiddetta fast fashion. Quasi neanche il tempo di togliere il cartellino che finiamo per buttare abiti che hanno pochi mesi di vita.
Per questo diverse sono le misure in atto: dall’obbligo di raccolta della frazione tessile al lavoro che si sta portando avanti per la responsabilità estesa del produttore. Anche la Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti 2022 sarà dedicata proprio a questo tema.
Nell’attesa che – anche grazie alle normative – i capi vengano studiati per durare, essere riparati, riutilizzati e riciclati, cosa possiamo fare ora noi cittadini?
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Se l’epoca consumistica ci ha abituati al binomio usa e getta, un modo per rompere questa catena è riparare e riadattare. Laddove non siamo in grado noi di cambiare una cerniera o inserire una toppa, la prima cosa da fare sarà cercare una lavanderia, un sarto o una merceria. Spesso con pochi euro avremo modo di ridare una seconda possibilità a una giacca o a un paio di pantaloni.
Ma cosa fare se il capo è completamente fuori moda o di misure magari divenute “extra” per il nostro giro vita? Facile: si può pensare di farlo semplicemente riadattare.
Sono sempre più diffusi laboratori sartoriali che intervengono (o danno lezioni) su come poter allungare un vestito, stringerlo in vita, rimodernare un capo. E per la maglietta stretta? Si potrebbero inserire degli inserti per aumentarla di una taglia. Dal jeans rovinato si potranno invece creare toppe con le parti ancora buone.
Unico limite? La creatività!
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di Valeria Morelli
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