Sappiamo tutto, o quasi, sul cambiamento climatico, il riscaldamento globale, l’innalzamento del livello dei mari e lo scioglimento dei ghiacciai. Abbiamo ogni giorno testimonianza dei danni provocati da alluvioni, incendi, siccità e altri eventi climatici avversi, sempre più frequenti. Siamo consapevoli che le risorse naturali del pianeta sono limitate, che i materiali fossili provocano danni alla natura, agli animali e minacciano la nostra salute.
Perché, allora, continuiamo a comprare, consumare e buttare via ogni tipo di bene? Come potremo migliorare il nostro stile di vita e diventare davvero più circolari e sostenibili? Saranno le tecnologie digitali ad accelerare un cambiamento sempre più urgente e necessario?
Con questi interrogativi sullo sfondo, si è svolto il 15 settembre scorso un webinar dal titolo “Accelerating circular behaviours: How can digitalisation help us?”, organizzato nell’ambito della European Circular Economy Stakeholder Platform.
L’iniziativa, promossa dall’organizzazione no-profit Collaborating Centre for Sustainable Consumption and Production (CSCP), ha esplorato il tema dei comportamenti individuali come parte fondamentale del percorso di transizione ecologica, e della digitalizzazione, come facilitatore del cambiamento verso la circolarità. Hanno partecipato al dibattito, tra gli altri, William Neale, consulente di economia circolare della Commissione europea, Cynthia Reynolds, fondatrice di Circular Regions, e Markus Terho del Fondo finlandese per l’innovazione Sitra.
di Nicoletta Fascetti Leon
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